martedì 14 maggio 2013

L' imbroglio di Mendel


Nel 1936 il genetista Ronald Fisher dimostrò che il padre della genetica, Mendel, aveva manipolato i risultati delle sue ricerche sugli incroci tra diverse varietà di piselli per farli aderire meglio all’ipotesi scientifica che intendeva dimostrare: l’ipotesi era corretta, ma Gregor Mendel aveva commesso una frode scientifica per dimostrarla tale. Quando ormai l’ipotesi mendeliana s’era già rivelata corretta da qualche tempo, si scoprì che Mendel aveva imbrogliato. Il Saggio sugli ibridi vegetali di Mendel uscì nel 1866, ma solo nel 1900 fu chiaro che la teoria dei geni fosse già tutta esposta lì, quando altri scienziati (Carl Correns, Hugo de Vries, ecc.) arrivarono a formularla per altre vie: vi vollero 35 anni per capire che la teoria di Mendel era giusta, 35 anni per capire per era stata dimostrata manipolando un poco i risultati. Immaginiamo, invece, che il lavoro di Mendel avesse avuto l’attenzione del mondo scientifico da subito, e che l’imbroglio fosse stato scoperto di lì a poco. Possiamo ragionevolmente supporre che alla dimostrazione dell’esistenza dei geni e alle leggi che regolano la loro trasmissione saremmo arrivati prima o dopo il 1900? Ma soprattutto: che fretta c’era?



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